La chiesa di S. Rocco fu per lungo tempo gestita dalla Società del Gonfalone, eretta con Bolla del papa Paolo V il 26/10/1607.
L’attuale chiesa di S. Rocco fu costruita al posto di quella precedente, che, essendo a livello della strada, aveva grossi problemi di umidità e di liquami, che risalivano fino a bagnare il pavimento.
La nuova chiesa fu inaugurata il 16 agosto del 1785.
La lapide, posta all’interno della chiesa tra i due altari a destra di chi entra, ricorda che nel 1785 i Confratelli della Società del Gonfalone provvidero, a proprie spese (sua impendia), a costruire la chiesa, migliorando la posizione e ampliando lo spazio, rispetto alla chiesa precedente, e arredandola degnamente per il culto. “A proprie spese”, esprime bene il vanto della Società per tale opera. Tale vanto viene espresso anche sulla facciata con parole diverse, ma di uso comune (proprio aere ).
Guardiamo la facciata.
Sopra il finestrone, in alto, spicca lo stemma della Società del Gonfalone.
Nella fascia mediana si legge: M. VIRGINIS ET D. ROCHI SOC. GONF. P.A…. L’ultima lettera, con la quale si conclude la dedica, essendo incompleta, poteva essere interpretata come B, P o R . Si preferì la “B” e, sostituendo le abbreviazioni, si lesse: M. VIRGINIS ET D. ROCHI SOCIETAS GONFALONIS PRO ANIMABUS BENEFACTORUM (La Società del Gonfalone di Maria Vergine e di S.Rocco per le anime dei benefattori).
La lettura esatta, molto probabilmente, è la seguente: “M. VIRGINIS ET DOMINI ROCHI SOCIETAS GONFALONIS PROPRIO AERE RESTAURAVIT” (La Società del Gonfalone di Maria Vergine e di S.Rocco a proprie spese restaurò). L’espressione AERE PROPRIO era ricorrente e si trova anche nella chiesa di S. Paolo, in Cattedrale e a S. Giovanni.
La gradinata e la posizione elevata rendono la chiesa una terrazza naturale, aperta sulla piazza.
Visitiamo la chiesa
Il presbiterio è dominato da un’immagine della Madonna con il Bambino, incastonata in una grande raggiera di angeli. In alto spiccano in latino le due invocazioni alla Madonna: SALUS INFIRMORUM ORA PRO NOBIS (Salute dei malati prega per noi) e TU HONORIFICENTIA POPULI NOSTRI (Tu Vanto del nostro popolo).
L’anno di realizzazione 1828, inserito tra gli stucchi dell’arco trionfale, si riferisce forse anche agli stucchi, che circondano il quadro della Madonna.
La nicchia a destra dell’arco trionfale contiene la statua di S. Sebastiano, quella a sinistra la statua di S. Rocco: tutti e due i santi sono invocati contro la peste. Le due statue in stucco (1689) sono opera di Michele Chiesa.
I quadri degli altari laterali sono tutti del XVII secolo.
Il primo altare a destra di chi entra dalla porta principale è dedicato a S. Lucia.
Il secondo altare è dedicato a S. Francesco d’Assisi.
Il primo altare a sinistra di chi entra è dedicato ai santi Valentino martire e Carlo Borromeo.
Il secondo ha la pala d’altare che rappresenta la Nascita di Gesù. L’attribuzione di questo quadro a Francesco Cozza (Stilo 1605-Roma 1682) ultimamente è stata messa in discussione e qualche critico d’arte preferisce attribuirlo a Giuseppe Puglia (1600-1636). In un inventario del 1660 si dice che il quadro fu donato dal fu Andrea Benedetti. Il Guardabassi lo dice opera di scuola bolognese.
Entrando in chiesa, in una nicchia sulla sinistra c’è la statua lignea di S. Rocco, che la Compagnia della Misericordia volle come modello quando nel 1777 fece fare la statua di S.Gaetano
Nella cantoria c’è un efficiente organo a canne, che viene usato anche per concerti.
Lapide che ricorda la dedicazione della chiesa nell’anno 1785.
MARIAE AUGUSTAE
VIRGINI GENETRICI DEI
ET SANCTO ROCHO
DEPULSORI PESTILITATIS
SODALES VEXILLARII
ANNO MDCCLXXXV
MAGISTERIO
HONUPHRII PESCITELLI CURAT
AEDEM ANGUSTO LOCO
SUBSIDENTEM
AMPLIATO SOLO
SUA IMPENSA RESTITUENDAM
ET OMNI CULTU EXORNANDAM
CURAVERUNT