Orario delle 2^ Medie. Piccola correzione!

C’è stato un piccolo cambiamento di orario nel programma delle  2^ media: il mercoledì dalle 17 alle 19

(e non dalle 16 alle 18 come avevamo scritto!).

Ci scusiamo per l’errore!

Catechismo: chi è costui?

ECO DEL CAMPANONE DOMENICA 24 SETTEMBRE

Catechismo! chi è costui?

«Carneade! chi era costui?» scriveva Manzoni nei Promessi Sposi. Ora che riparte il catechismo, sappiamo di cosa si tratta? “Catechismo! Chi è costui?”. Vediamo…

La parola viene dal greco, letteralmente vuol dire una “istruzione orale”, ma è semplicemente l’annuncio del vangelo: ciò che permette agli uomini di credere in Gesù e di appartenere al numero dei suoi discepoli che si chiama Chiesa. Come diceva bene san Giovanni Paolo II: «La catechesi è una educazione alla fede dei fanciulli, dei giovani, degli adulti…». Il catechismo dunque non è roba solo per bambini, i quali, una volta diventati adulti, non ne hanno più bisogno, ma è un cammino che accompagna tutta la nostra vita, e vissuto ogni volta a misura dei nostri bisogni e della nostra età.

Abitualmente noi chiamiamo catechismo quella che più precisamente si chiama iniziazione cristiana, cioè quella parte del catechismo che generalmente si fa da piccoli e che scandisce la celebrazione dei sacramenti che ci fanno cristiani adulti: battesimo, confessione, eucarestia, cresima. Una volta terminata questa prima fase la vita cristiana non finisce, ma anzi inizia in pienezza, e dunque il catechismo, l’educazione continua della fede, l’annuncio del vangelo, non finisce mai, se non in punto di morte.

Ma immagino che questo interessi solo a pochissimi lettori. Ma vorrei poter dire anche due altre cosa, soprattutto ai genitori che ora iscrivono i figli al cammino di Iniziazione Cristiana. La prima: il vangelo non si impone, ma si propone; nessuno vi obbliga, nessuno vi costringe, nessuno vi chiama a casa; se l’educazione cristiana dei vostri figli è per voi importante bene, altrimenti ognuno si senta libero; e l’educazione cristiana comporta dei doveri, come la partecipazione agli incontri (almeno due terzi) e la messa festiva. La seconda: i figli sono vostri e non miei; voi siete i primi educatori anche della loro fede; se il vangelo e la messa festiva a voi non interessa, se lo stile cristiano che è fatto di educazione, rispetto, amore per il prossimo, non vi appartiene, se Gesù e la sua chiesa non vi interessa…, allora non dateci in subappalto l’educazione dei vostri figli, perché la parrocchia non offre un servizio di babysitter, ma vi aiuta nell’educazione alla fede in Gesù.

Dunque: la parola “obbligatorio” è cancellata dal nostro vocabolario; esiste solo la parola “cosa buona per i miei figli e per me”. L’educazione alla fede non è uno dei servizi fra i tanti che offre il territorio e che va conciliata con tutti gli altri appuntamenti, come sport o altro, ma è una cosa che segna per sempre la vita dei vostri figli: o vi interessa o non vi interessa! La parrocchia offre il meglio che è nelle sue possibilità, che il più delle volte sono poche e inermi, ma lo fa con amore e dedizione al servizio gratuito, perché capisce che è importante e che non può farne a meno. Spesso ripeto ai catechisti con ironia, ciò che il Papa Pio VII diceva alla sua guardia nobile nel film “Il Marchese del Grillo”: «A voi, pochi, inermi, e diciamo pure inadeguati, è affidata non tanto la custodia della mia persona a cui non tengo, ma la dignità della chiesa di Cristo che io rappresento». E che Dio ce la mandi buona! Comprendo che per moltissimi genitori è difficile conciliare tutto, e che nella maggior parte dei casi vorrebbero ma non possono; vi abbraccio per questo! Io sono a disposizione per tutto ciò che volete e sarò felice di venirvi incontro al limite del possibile.

Grazie. E non dimenticate di pregare per me.